Orzo e climate change: il cereale forte ed evoluto che può crescere ovunque

orzo pianta

È notizia di qualche settimana fa che l’orzo, Hordeum vulgare ssp. vulgare, grazie ad un set di geni ricco e vario, è capace di evolversi ed adattarsi alle diverse condizioni climatiche, in cui esso vive, in maniera maggiore se paragonato alle altre specie coltivate. Che queste siano le zone più fredde esistenti sul Pianeta o quelle più aride o desertiche, questo piccolo cereale, potrebbe sopravvivere anche alla più grande sfida di tutti i tempi: il climate change.

Lo studio su The Plant Journal che conferma l’orzo come la specie che più si adatta all’ambiente

Grazie a un ciclo vegetativo più breve del più comune frumento ed al fatto che può crescere a tutte le latitudini, resistere a grandi periodi di siccità ed al contempo, sopportare temperature elevate, l’orzo potrebbe davvero aprire le porte, in futuro, a sorprendenti risvolti positivi per combattere ciò che porterà e che sta portando all’intero popolazione mondiale il climate chenge.

the plant journal
the plant journal • onlinelibrary.wiley.com

Lo studio, pubblicato sul The Plant Journal, ha integrato i dati di una rete internazionale di campi con quelli derivanti dalla sequenza parziale del genoma di 371 linee di orzo.

L’enorme adattabilità dell’orzo è stato scoperta da una ricerca del consorzio Europeo Whealbi Wheat (Università degli Studi di Milano, CREA Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria e PTP Science Park).

quinoa • photo credits google.com

L’orzo parrebbe l’unica pianta coltivata in grado di crescere 

  • in Islanda
  • in Lapponia
  • a nord del circolo polare artico
  • in Tibet ad oltre 4.000 metri di quota
  • nei deserti del Medio Oriente con una piovosità inferiore a 250 mm anno. 

Ecco che le previsione e le aspettative da parte, anche, dalle Nazioni Unite, legate alle enormi proprietà della quinoa, fino a oggi conosciuta come “arma perfetta per sconfiggere la fame”, parrebbe vacillare alla luce di questi nuovi dati.

I ricercatori hanno identificato i geni responsabili dei meccanismi adattativi dell’orzo alle diverse condizioni ambientali aprendo possibilità a sviluppi e ricerche.

Le testimonianze dei ricercatori dello studio

Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica del CREA commenta: 

Di fronte ai cambiamenti climatici in atto, comprendere la straordinaria capacità di adattamento dell’orzo è fondamentale per selezionare le piante da coltivare nei prossimi anni; il clima cambia e l’agricoltura globale deve rispondere alla sfida con piante che cambino di conseguenza, per garantire i fabbisogni di cibo e di altri prodotti di origine agricola”.

La Prof.ssa Laura Rossini del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali della Statale di Milano, che ha coordinato il lavoro di sequenziamento in collaborazione con il PTP ha commentato così: 

La collezione di varietà del progetto WHEALBI e i relativi dati genomici rappresentano una risorsa unica per future ricerche sulla risposta delle piante agli stress, per esempio potranno essere impiegati per studiare la resistenza alle malattie o alla ridotta disponibilità di acqua, così da applicare queste conoscenze per ottenere varietà migliorate”.

Si aprono così nuove vie verso conoscenze sempre più profonde nel campo dello sviluppo dell’agricoltura e della tecnologia legata alle esigenze dettate dai cambiamenti climatici sempre più rapidi ed irruenti ed alle necessità di popoli e paesi che sempre più spesso ed ancora di più, si troveranno a combattere contro la siccità, il caldo eccessivo, le calamità naturali o il freddo distruttivo.

Fonte:

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Carmela Kia Giambrone

Giornalista, consulente alla sostenibilità e alla comunicazione digitale

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