Oggi la sostenibilità è diventata un obiettivo globale: sappiamo molto bene che le nostre scelte alimentari rivestono un ruolo centrale. Il cibo non è quindi solo un mezzo per soddisfare la fame, ma è anche una forma di cultura, tradizione e anche piacere. Tuttavia, quando consideriamo l’impatto che la nostra alimentazione ha sulla salute e sull’ambiente, è evidente che siamo chiamati a fare una riflessione ed un cambiamento profondo. I nostri comportamenti alimentari non solo influenzano il nostro benessere (fisico e mentale), ma anche quello del Pianeta e di tutte le creature che lo abitano assieme a noi.
Il cibo non è solo cibo
Il cibo, per secoli, ha avuto una funzione ben più profonda del semplice atto di nutrire il corpo. In molte culture, è da sempre simbolo di condivisione, di legami familiari e di tradizione ed ogni piatto racconta una storia. Ippocrate, il padre della medicina moderna, sosteneva: “fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo“, sottolineando l’importanza di una dieta sana per mantenere la salute e prevenire le malattie. Per lui, una corretta alimentazione era fondamentale tanto quanto i trattamenti medici dell’epoca. In Occidente oggi il cibo è per lo più piacere. L’alto consumo di zuccheri e grassi, di cibi ultraprocessati e la scarsa varietà di verdure, legumi e cereali integrali, aggravano l’intera situazione. Nonostante ciò, è possibile comunque fermarsi per un istante e ripensare alla nostra alimentazione, riscoprendo un equilibrio che sia in armonia con la salute individuale e quella planetaria.
Il legame tra alimentazione, salute e Pianeta

L’impatto della produzione alimentare sul nostro ambiente è enorme: secondo l’ONU, circa un terzo delle emissioni globali di CO2, è causato dalla catena produttiva e di distribuzione del cibo. L’agricoltura monocolturale, l’allevamento intensivo ed il trasporto per aria e su gomma sono le principali cause dell’impatto della filiera. Se non si tenta di ridurre questi fattori, i dati in nostro possesso oggi ci raccontano un futuro sempre più difficile, un futuro nemmeno troppo lontano, entro il 2050, con una popolazione mondiale che supererà i 9 miliardi, la domanda di proteine animali crescerà a tal punto da alimentare ulteriormente sia il riscaldamento globale che la deforestazione andando ad impattare quanto sul clima quanto sulla disponibilità di risorse.
Come agire per una reale sostenibilità nutrizionale?

Il cambiamento è possibile e ogni piccolo gesto può fare la differenza, alcune azioni concrete che possiamo intraprendere per promuovere una dieta più sostenibile e rispettosa dell’ambiente sono:
- rispettio della biodiversità, consideriamo l’impatto sulla biodiversità di ciò che mangiamo. Gli allevamenti intensivi (sia di carni che di pesce) e le monoculture sono tra le principali cause di deforestazione e perdita di habitat naturali oltre che di inquinamento da pesticidi e diserbanti e resistenza agli antibiotici. Optare per cibi vegetali, locali e stagionali è un passo importante per ridurre la nostra impronta ecologica.
- riduzione degli sprechi nella catena di produzione – la produzione alimentare necessita di un enorme consumo di risorse naturali, tra cui oltre che manodopera, spesso abusata e senza diritti, anche di acqua e terra. Ridurre gli sprechi, scegliendo filiere più corte e trasparenti, ottimizzare le porzioni facendo attenzione a non gettare il cibo e scegliere prodotti freschi anziché trasformati o ultraprocessati è un modo per ridurre gli sprechi.
- riduzione dell’impatto ambientale del cibo – ogni alimento ha un’impronta ecologica oltre che un’impronta idrica. L’avocado, l’ananas, la quinoa, hanno elevati impatti ambientali perchè importati da lontano, coltivati facendo spazio su terre prima coltivate da popolazioni locali per la sissistenza e oggi sostituite da coltivazioni commerciali inoltre, alimenti fuori stagione, che necessitano di serre e impanti ad hoc possono aumentare significativamente la nostra impronta. Scegliere alimenti a bassa impronta ecologica e che provengono da pratiche agricole sostenibili come il biologico e il locale, dimenticando le mode, è un passo fondamentale.
- attenzione alla vitalità del cibo – mangiare in modo consapevole significa anche scegliere cibi freschi e nutrienti, vivi e che rispondano ai Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti (LARN). L’educazione alimentare quindi gioca un ruolo centrale: dobbiamo essere consapevoli di ciò che mangiamo e di come questo contribuisca al benessere fisico e mentale nostro e dei nostri cari.
L’etica del cibo: il benessere di tutte le creature

Non possiamo parlare di sostenibilità senza affrontare la questione etica legata al cibo e all’abitudine di consumare prodotti di origine animale.
In particolare, gli allevamenti intensivi che foraggiano il mercato della carne (e del pesce) sono tra le pratiche più devastanti, non solo per l’ambiente, ma anche per il benessere degli animali stessi e non tanto per la morte che li attende alla fine del processo bensì per la vita che prima di essa sono costretti a vivere. In queste strutture, gli animali sono costretti a subìre estreme sofferenze: confinati in spazi angusti, privi di libertà e di stimoli naturali, la loro natura non viene nemmeno presa in considerazione perchè di fatto ridotti a oggetti, merci.
Le immagini disturbanti degli allevamenti intensivi, che in occidente vedono maiali, polli, vacche, capre, cavalli, conigli e pecore, ci mostrano una realtà che troppo spesso preferiamo ignorare. Quando queste stesse immagini ritraggono macelli asiatici con cani e gatti ci sconvolgiamo urlando all’abominio senza comprendere che ogni animale è uguale, prova emozioni e ha diritto di vivere.
Il nostro consumo alimentare ha un impatto diretto su questa sofferenza: più acquistiamo prodotti di orgine animale e che sono provenienti da allevamenti intensivi, maggiore è la domanda che alimenta queste pratiche crudeli. Nascondersi dietro l’idea del “tanto se lo faccio solo io non cambia nulla” purtroppo non è più realistico.
La nostra scelta può contribuire a salvare milioni di vite: ogni volta che scegliamo di non consumare carne, pesce, latticini e uova, optando per alternative vegetali, compiamo una piccola rivoluzione, certo, piccola ma certamente significativa, un’azione di cambiamento.
Non dimentichiamo infatti che ogni piccola azione, come ogni goccia, alla fine, crea un oceano.
Le realtà come l’associazione Essere Animali, che documentano le condizioni di vita degli animali negli allevamenti intensivi, svolgono un lavoro fondamentale di sensibilizzazione. Le immagini e i video che mostrano le atrocità degli allevamenti non sono facili da guardare e ancor meno da girare, ma sono essenziali per comprendere le reali, vere, chiare, implicazioni delle nostre scelte alimentari. Orrori, dolore, sfruttamento, violenza, abusi e morte.
Queste immagini ci ricordano quanto sia urgente agire per garantire il benessere di tutte le creature. A oggi purtroppo non è così e raccontarci la favola che “non ci possiamo far nulla” significa fare come il proverbiale struzzo che decide di nascondere la testa sotto la sabbia.
Sostenere la causa dei diritti degli animali e fare scelte alimentari consapevoli può ridurre la sofferenza di milioni di animali e contribuire a costruire un mondo più giusto e sostenibile. Ogni volta che facciamo la spesa, dobbiamo essere consapevoli delle implicazioni etiche e ambientali dei nostri acquisti, se esse fanno un passo verso un futuro migliore o se ci allontanano, questo sta solo a noi.

Fonti
- FAO, “The State of Food Security and Nutrition in the World“
- Essereanimali.org
- United Nations Environment Programme (UNEP), “Food Systems and Global Environmental Change”
- Il dilemma dell’onnivoro di Michael Pollan
- Il cibo è salute di Franco Berrino e Luigi Fontana
- Eating Animals di Jonathan Safran Foer