Perchè la vitamina C non ci salverà dal Coronavirus

(photo credits cdn.images.express.co.uk)

Stiamo assistendo ad una vera e propria esplosione di fake news, che una volta passato il momento di emergenza, potremo annoverare certo come il periodo buio dell’informazione. A farla da capostipite, tutte quelle notizie para-scientifiche che però di scientifico hanno poco, ovvero tutti quei metodi più o meno casalinghi, per proteggersi dall’attuale contagio da Covid19. Uno su tutti: l’uso della vitamina C, assunta in maniera massiccia, per prevenire e combattere le patologie legate al Coronavirus.

A cosa serve la vitamina C e perchè non può aiutarci per combattere il Coronavirus: cosa dice la scienza

La vitamina C (acido ascorbico) per la prevenzione e il trattamento del raffreddore comune (e quindi parliamo di una forma molto meno aggressiva dell’attuale Coronavirus!!!) è stata oggetto di controversie per oltre 70 anni.

photo credits pinterest.de

Per scoprire se la vitamina C riduce la possibilità di ammalarsi di malattie da rafreddamento o se è in grado di ridurne la gravità se assunta regolarmente o se usata come terapia non appena ci accorgiamo di avere i primi sintomi, sono stati confrontati ventinove studi che hanno coinvolto 11.306 partecipanti.

È stato così esaminato l’effetto dell’assunzione regolare di vitamina C sia sulla durata del raffreddore comune (per un totale di 9745 episodi) che sulla gravità:

  • negli adulti, la durata del raffreddore è stata ridotta dell’8% (dal 3% al 12%)
  • nei bambini del 14% (dal 7% al 21%)
  • mentre non è stato osservato alcun effetto nè sulla durata nè sulla gravità del raffreddore negli studi terapeutici ovvero quando la vitamina c veniva assunta una volta avuti i primi sintomi.

L’incapacità della supplementazione di vitamina C di ridurre l’incidenza dei raffreddori nella popolazione, indica che l’assunzione di integratori di vitamina C non è giustificata, tuttavia la vitamina C può essere utile per le persone esposte invece a brevi periodi di intenso esercizio fisico, riducendo la durata del raffreddore, anche se questo effetto non è stato in effetti replicato negli studi effettuati.

In definitiva quindi, se amiamo le spremute di agrumi, perchè privarcene ma certamente optare per una compressa di vitamina C quotidiana come spauracchio per le malattie da raffreddamento, o peggio per tener lontano il Coronvirus, credendo non ci ammaleremo, purtroppo non sembra essere la scelta più sensata. La scienza ci dice che forse sarà del tutto o quasi, inutile.

Attenersi alle disposizioni del Ministero della salute, restare in casa e certamente se desideriamo aumentare le difese immunitarie adottare uno stile di vita più sano, a partire dal nostro microbioma, sono scelte più adatte.

Come aumentare le difese immunitarie: l’importanza del microbioma

Il modo migliore per avere un corpo in salute, aumentando le nostre difese immunutarie? avere un intestino sano e quindi un microbioma in salute.

photo credits theconversation.com

Il microbioma è quell’insieme comunemente definito flora intestinale che oggi sappiamo essere in grado di guidare il benessere dell’intero organismo e alcuni studi indicano abbia effetto oltre che sul nostro sistema immunitario anche sul nostro umore. 

I cambiamenti nella società odierna come le diete con più zucchero, sale e grassi saturi, cattive abitudini e stili di vita non sani, contribuiscono alla probabilità del coinvolgimento del microbiota nelle malattie infiammatorie, che contribuiscono alle epidemie globali di obesità e depressione. 

Il microbiota è attualmente uno dei temi caldi della ricerca scientifica e medica, l’UE ha già finanziato 216 progetti con un investimento di oltre 498 milioni di euro nell’ambito del 7 °  Framework Programme and Horizon 2020 per promuovere e migliorare lo studio e le conoscenze dei microbi intestinali. La grande visione è quella di modulare la salute e le malattie attraverso il microbioma e la nutrizione.

Il microbioma intestinale svolge un ruolo importante nella salute umana e influenza lo sviluppo di malattie croniche che vanno dalle malattie metaboliche ai disturbi gastrointestinali fino al tumore del colon-retto. 

Dieta e ambiente hanno un profondo effetto sulla formazione del microbiota intestinale in tempo reale: diverse popolazioni di batteri intestinali mediano i loro effetti benefici attraverso la fermentazione della fibra alimentare per produrre molecole, segnali e ridurre l’infiammazione del corpo. 

Il microbiota intestinale è complesso e la composizione del microbiota e le popolazioni relative di specie batteriche sono collegate alla salubrità e qualità della dieta ecco perchè squilibri che riguardano il microbiota portano con loro conseguenze come obesità, diabete, sindrome dell’intestino irritabile, malattie infiammatorie intestinali, depressione e malattie cardiovascolari. Il microbiota intestinale ha un ruolo regolatorio su ansia, umore, cognizione e dolore che è esercitato attraverso l’intestino – asse cerebrale.

Quali alimenti aiutano il nostro microbioma?

Gli alimenti e le bevande fermentati sono generalmente definiti come alimenti realizzati da organismi microbici mediante processi mediati da enzimi. Oltre agli effetti riconosciuti dell’alimentazione sulla salute dell’apparato digerente (ad es. disbiosi) e sul benessere, ora ci sono forti prove dell’impatto di cibi e bevande fermentati sul bilanciamento del microbiota intestinale e sulle funzionalità cerebrali. 

Photo credits Carmela Giambrone • pranzo vegan a base di riso integrale, legumi e verdure

I prodotti fermentati richiedono microrganismi, ovvero lieviti Saccharomyces e batteri dell’acido lattico, che producono alcol e acido lattico. L’ingestione di probiotici contenuti negli alimenti fermentati, produce significativi miglioramenti nella permeabilità della barriera intestinale e l’intestino come sappiamo controlla ogni aspetto della nostra salute: il modo in cui digeriamo il cibo è collegato al nostro umore, al nostro comportamento, all’energia, al peso, alle voglie di cibo, all’equilibrio ormonale, all’immunità e al benessere generale.



Photo credit Carmela Kia Giambrone

L’applicazione della fermentazione nella preparazione dei cibi, come mezzo per fornire appetibilità, valore nutrizionale, conservanti e proprietà medicinali, è una pratica antica. Con l’aumentare della nostra conoscenza del microbioma umano, inclusa la sua connessione con la salute mentale (ad esempio ansia e depressione), sta diventando sempre più chiaro che ci sono emormi connessioni tra il microba e molti aspetti fisiologici. 

Il consumo di cibi fermentati può essere particolarmente rilevante per mitigare l’infiammazione e lo stress ossidativo grazie al controllo del microbiota in quanto la fermentazione può amplificare il contenuto di alcuni particolari nutrienti e fitochimici degli stessi alimenti, infine i microbi (ad esempio le specie Lactobacillus e Bifidobacteria) associati agli alimenti fermentati possono anche influenzare la salute del cervello.

Ma allora, quali cibi aiutano la salute del microbiota?

  • tutti i cibi fermentati come il miso, il tempeh, gli insalatini, il kefir, il kombucha, il tamari, le prugne umeboshi, lo yogurt o la panificazione con lievito madre (pasta madre o pasta acida);
  • i cibi antinfiammatori come il riso integrale;
  • i cibi ricchi di fibre come le verdure cotte e quelle crude.

Come abbiamo compreso quindi, una dieta sana, equilibrata e un’attenzione a ciò che scegliamo come nostro nutrimento, ci permetterà facilmente di rimanere in salute, combattendo gli attacchi dall’esterno, molto più di compresse di vitamina C in barattolo magiche.

Fonti:

Leggi tutti gli articoli su Patreon, become a Patron!

Rimani sempre aggiornato!

Per rimanere aggiornato su tutte le news su slow living, sostenibilità e scelta vegan, iscriviti alla newsletter di equoecoevegan.it! Inserisci l’indirizzo e-mail qui sotto e clicca su “Iscriviti”!
Riceverai comodamente nella tua e-mail le notizie di Equo, eco e vegan appena pubblicate! Ricorda il servizio è gratis e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento tu lo desideri. A presto su Equo, eco e vegan!

Carmela Kia Giambrone

Giornalista, consulente alla sostenibilità e alla comunicazione digitale

2 commenti

  1. ci vuole chi smaschera le bufale! assurdo quello che dicono per attirre click

    1. Ciao Antonio, sappiamo che è molto importante fare riferimento sempre a fonti attendibili. Le fake-news sono sempre dietro l’angolo ma un buon giornalista (ed un lettore attento) deve verificare le fonti. In fondo agli articoli che trovi sul blog, puoi leggere sempre le nostre fonti, questo è molto importante. Grazie per la tua fiducia 🙂 a presto, Kia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *