La designer che ha scelto pino ed eucalipto sostenibile per la sua luxury sleepwear

donna pianta cielo

photo credits instagram.com/gretes

La designer lituana Grėtė Švėgždaitė, alla ricerca di equilibrio tra moda e natura, ha detto completamente addio alla seta e oggi, ha scelto la polpa di pino ed eucalipto made in Italy, in capi da notte di alta qualità ed estremamente sostenibili.

Stiamo ormai assistendo da anni, all’arrivo su larga scala di tessuti vegetali, provenienti da frutta, verdura, piante e perchè no funghi.

Dovuto certo alla rinnovata coscienza ecologica collettiva ma anche alla costante ricerca di nuovi materiali: più resistenti, più sostenibili e meno dispendiosi di risorse ed energia.

Questi nuovi filati sono una vera alternativa alla produzione di tessuti sintetici, sempre identificati come quelli che rilasciano più microplastiche negli Oceani oppure a quelli di origine animale, come la seta o ancora, quelli che nascondono impronte idriche sempre importanti.

Sappiamo inoltre molto bene, quanto sia importante la circolarità, altro elemento essenziale in epoca di consapevolezza, soprattutto nel mondo della moda: la scelta del second hand, dell’usato e del vintage allora la fa da padrone in modo trasversale.

Ma tra le scelte possibili, a chi si affaccia al nuovo, c’è sempre anche la possibilità di optare in modo consapevole, per quei brand piccoli o grandi, che permettono di impattare meno sul Pianeta ed essere davvero sostenibili.

Oggi parliamo della designer lituana Grėtė Švėgždaitė, che con il suo marchio di abbigliamento da notte di lusso GRETES, racchiude capi fatti a mano, alla moda e di alta qualità.

Gretes: il marchio in equilibrio tra moda e natura

Grėtė si concentra su ogni dettaglio fin dal processo di produzione: dai tessuti, naturalmente, alle scatole utilizzate per la spedizione della sue creazioni, 100% riciclate.

photo credits instagram.com/gretes

Ha infatti scelto il tessuto sostenibile Naia™, derivato da filo di cellulosa di pino ed eucalipto, proveniente da foreste gestite in modo sostenibile realizzato da Eastman Naia™; il filato, realizzato a Varese, dall’azienda Mario Cucchetti, che mostra in catalogo un’ampia gamma di tessuti sostenibili e vegan, proveniente da legno in piantagioni sostenibili del Nord America, Europa Occidentale e Brasile.

photo credits instagram.com/eastman_naia

Non dobbiamo dimenticare che, a oggi, non esiste una regolamentazione del settore, e per chi sceglie sostenibile è necessario affidarsi a ciò che le stesse case di produzione, designer o marchi, affermano. Attenzioni quindi ai greenclaims perchè, in buona sostanza, sono sempre in agguato dietro l’angolo.

La stessa Grėtė afferma “…mi sforzo di seguire le pratiche ecologiche quando possibile…tuttavia, so che, ad esempio, consegnando pacchi per via aerea e utilizzando materiali tradizionali per bottoni ed etichette, non posso rivendicare la completa sostenibilità. Sono onesta ma il mio obiettivo è fare il meglio possibile….

L’abbandono della seta per Naia™

photo credits instagram.com/gretes

Se i marchi, soprattutto quelli del fast fashion, utilizzano spesso molti tessuti diversi per un singolo capo e anche se solo uno di essi viene riciclato o proviene da fonti sostenibili, come sappiamo bene, non hanno timori a definire comunque l’intero prodotto “sostenibile”, dobbiamo essere naturalmente consapevoli che questa strategia non è altro che una mera tattica di marketing, ingannevole a tutti gli effetti.

Quante volte abbiamo letto “abito in lino” e leggendo in etichetta abbiamo scoperto che di lino ve n’era una percentuale piccolissima?

Grėtė racconta la dua decisione di abbandonare la seta a favore di tessuti più etici e sostenibili: “…all’inizio, ho lanciato un marchio di accessori in seta, che ha guadagnato popolarità, …mi sono resa conto che il modo in cui viene prodotta la seta è incompatibile con i miei valori, richiede la bollitura dei bachi da seta vivi ancora nei loro bozzoli, non solo, l’industria usa spesso il lavoro minorile, molte sostanze chimiche e sprechi enormi di energia e acqua. Ho così deciso di trovare un tessuto meno dannoso per l’ambiente e le persone ma che avesse tutte le qualità della seta, quindi doveva essere anallergico e traspirante. Ho capito quanto sforzo ci sarebbe voluto per essere sostenibile e anche se non l’ho ancora raggiunto del tutto, cerco sempre di ridurre al minimo i danni. Dopo circa un anno di lavoro, avevo tra le mani un tessuto Naia™ proveniente dall’Italia, che si adattava perfettamente ai miei standard di qualità…”

I pregi del tessuto Naia™

photo credits instagram.com/gretes

Il tessuto Naia™ presenta infatti diversi vantaggi rispetto alla seta, soprattutto in termini di sostenibilità:

  • non contiene sostanze chimiche pericolose per l’uomo o la natura;
  • ha un’impronta idrica ridotta;
  • ha un’impronta di carbonio ridotta;
  • è completamente biodegradabile.

Gretes lavora per diventare un marchio sostenibile al 100% e ciò che colpisce è l’affermazione della stessa designer “…non credo che gli esseri viventi debbano essere danneggiati per produrre oggetti. Sono fortemente contraria al greenwashing a cui le aziende ricorrono per creare un’immagine sostenibile,… ricerco costantemente come ridurre i danni ambientali imparando a conoscere materiali e pratiche alternative…”

Gretes proviene dal campo legale, ma dopo 10 anni passati lavorando in politica e marketing, ha compreso che il suo vero amore era la moda ed il design: “…anche se non sono una stilista professionista, penso di potermi relazionare con donne come me e le loro esigenze: molte donne moderne desiderano ardentemente capi comodi, facili da indossare, ma lussuosi, prodotti nel modo più sostenibile possibile”

I suoi capi spaziano da intimo, capi da notte, t-shirt ed accessori per capelli estremamente versatili e rispettosi delle persone, del Pianeta e degli animali.

Kia

Info utili

  • gretes.com
  • mariocucchetti.it
  • naia.eastman.com

Carmela Kia Giambrone

Giornalista, consulente alla sostenibilità e alla comunicazione digitale

Lascia un tuo commento