Pasqua in arrivo: regala seed bombs fatte in casa

Seed bomb • Photo credit Carmela Kia Giambrone

Che vi devo dire, da vegana non posso che pensare alla Pasqua (pur io non essendo religiosa) come l’esalatazione della cioccolata e non certo delle uova (vere) decorate eppure da un po’ di tempo ho scoperto e deciso di insegnare a chi si è appassionato di guerrilla gardening, che tantissima soddisfazione la danno altre “uova”, egualmente colorate e decorate e che possono essere realizzate da grandi e piccini assieme con grande facilità e certo divertimento.

Il risultato sarà un pomeriggio di spasso tutto verde all’insegna di mani nella terra e tanti semini da scegliere e mescolare.

Ma partiamo dall’inzio.

Di cosa parlo? delle bombe di semi naturalmente o per dirla all’inglese (che si sa, fa più figo) delle seed bombs.

Vi state chiedendo cosa sono? eccomi, sono qui per raccontarvelo.

Le seed bombs nascono da una pratica di attivismo verde pacifico urbano: in maniera semplice chi pratica guerrilla gardening ha l’esigenza di unire la velocità d’azione con l’attività verde quindi ecco la creazione di perfette bombe verdi da poter lanciare ovunque per permettere di trasformare appunto qualunque zona grigia della propria città in meravigliosa area verde e rigogliosa.

Le bombe di semi infatti sono chiamate così perchè possono essere lanciate dalla sella di una bici o semplicemnte durante una passeggiata e magicamente nel giro di poco tempo, ripassando nel luogo incriminato, si potrà assistere alla meravigliosa conseguenza di un’azione tanto sovversiva quanto sociale: il verde urbano ringrazierà felice.

Le seed bombs o bombe di semi infatti sono un’invenzione magnifica: mimano la natura avendo in sè tutto ciò di cui hanno davvero bisogno. Come sempre, infatti, ciò che funziona davvero non l’abbiamo certo inventato noi ma solo spudoratamente copiato da evoluzione ed adattamento naturale.

 Bombe di semi • Photo credit Carmela Kia Giambrone

L’anatomia di una bomba di semi

Un ingegnere potrebbe chiamarla bomba di semi esplosa, in definitiva ecco di cosa si tratta: pallina di argilla secca e buon compost (magari autoprodotto) contenente un mix di semi ad alta germinabilità, piccoli e di piante che hanno grande facilità di coltivazione e grande resistenza,  spontanee e perchè no commestibili.

Degli esempi? semi di zucca, di cetriolo, di limone ma anche di belle di notte, di ipomea, di cosmea o di pisello odoroso e perchè no di facelia o calendula.

A noi che piace l’autoproduzione : come realizzarla con le nostre mani

prendiamo una capiente ciotola, poniamo 3 parti di compost, 5 parti di argilla, 1 parte di semi e 2 parti di acqua

ora prepariamo delle piccole palline tra le mani senza fretta e con molta cura (è questo il vero segreto!)

Adesso poggiamole su un piccolo telaio e facciamole essiccare per benino (meglio se all’aria aperta)

…et voilà le nostre bombe di semi son pronte

Piccolo extra in tema pasquale?

eccolo! per rendere colorate e meravigliosamente pasquali le seed bombs basta aggiungere polveri minerali come ossidi, terre, miche o clorofilla oppure (UDITE UDITE) paste naturali .

Nel precedente post vi avevo promesso una serie di alternative alla compostiera in fatto di riuso dello scarto di estrazione, no? io mantengo sempre le promesse ed ecco qui uno degli usi di questo scarto.

 Estrattore di succo e scarto • Photo credit Carmela Kia Giambrone

Paste naturali? esatto! si possono ottenere dalla parte fibrosa di scarto dell’estrattore.

Ebbene sì, avete capito bene: basta aggiungere pasta di barbabietola, di carota, di spinaci o di qualunque altra materia vegetale ottenuta come scarto dalle operazioni di estrazione, un antiossidante (come del semplice succo di limone) e facilmente si possono trasformare le classiche seed bombs in palline super divertenti e colorate che non hanno nulla da inviadiare alle uova pasquali.

Basta mescolare nell’impasto originale queste paste et voilà il gioco è fatto.

Non resta che divertirsi con ovette di semi vegan, cruelty free e super green!

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Carmela Kia Giambrone

Giornalista, consulente alla sostenibilità e alla comunicazione digitale

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