I benefici del kefir d’acqua e come prepararlo

photo credits Carmela Kia Giambrone

Il Kefir è una bevanda con una bassissima gradazione alcolica, leggermente frizzantina che ci è stata regalata dalla tradizioned dei popoli del Caucaso.    Questa magica pozione, esistente nella sua versione “d’acqua” e “di latte”, è tanto utile alla nostra salute perchè probiotica, proprio come il kombucha, ossia naturalmente ricca di batteri e lieviti (ed ovviamente di loro metaboliti) i quali aiutano a vivere bene la nostra flora intestinale e quindi il nostro intero organismo.

Ma non solo, Il kefir d’acqua è anche molto rinfrescante, tonificante e rimineralizzante: contiene infatti moltissime vitamine tra cui anche quelle appartenenti al complesso delle vitamine B, inclusa la vitamina b12 tanto agognata da noi vegani.

Specificatamente nella sua versione d’acqua, quella di cui vi racconterò tra poco, è perfetto anche a chi, come me, ha fatto una scelta vegana o a chi preferisce non consumare derivati del latte.

Ottenere kefir sempre nuovo, fresco ed in maniera costante a casa propria, è facilissimo: vanno soltanto recuperati i granuli di kefir, che non solo altro che i polisaccaridi,  ossia proprio le colonie di batteri e lieviti.

Potremo farcele donare da chi già le ha, come faremmo per la pasta madre, potremo reperirle nei negozi di alimentazione naturale o ancora, trovarli on line in alcuni siti specializzati.

Una volta che abbiamo i granuli di kefir, recuperiamo tutti gli ingredienti necessari e procediamo.

photo credits Carmela Kia Giambrone

La ricetta del kefir fatto in casa

Ingredienti

• granuli di kefir
• acqua declorata (di fonte) 1lt
• 4 cucchiai di zucchero mascobado integrale
• ½ limone biologico con la buccia
• 3 prugne essiccate

Procedimento

  1. Preparare, in una capiente caraffa meglio se di vetro il substrato nel quale farete crescere i granuli di kefir.
  2. Per il substrato: ponete l’acqua nella caraffa, sciogliete lo zucchero, aggiungete il mezzo limone con la buccia (mi raccomando biologico!!!*) e le 3 prugne.
  3. Ora mescolate per bene ed aggiungete i granuli.
  4. Coprite con un sottile panno di cotone (io uso un tovagliolo di lino) fermato con un elastico nella parte superiore della caraffa: questo panno funzionerà esattamete da coperchio e filtro. Ci deve infatto essere ossigeno durante tutto il processo e contemporaneamente il kefir “in formazione” deve esser protetto da polvere ed insetti. Mi raccomando, la temperatura deve sempre rimanere costante: scegliete una zona riparata da correnti d’aria e lasciate la vostra caraffa dai 3 ai 5 giorni, quindi togliete le prugne ed il limone, aiutandovi con un cucchiaio di legno.
  5. per completezza: c’è chi ottiene kefir tutti i giorni lasciandolo fermentare per sole 24 ore. Il mio consiglio è: provate e decidete quello che fa più al caso vostro
  6. Ora versate il liquido, grazie all’uso di un colino a maglie fini e recuperate i granuli.
  7. Ponete la bevanda in una seconda caraffa ed i granuli in una tazza.

Il kefir a questo punto è pronto da gustare, tenendolo in frigo lo potrete consumare entro qualche giorno.

E con i granuli che avanzano?

Con i granuli che avrete recuperato potrete ripartire con un altro ciclo per ottenere nuova bevanda ancora e ancora.

Ricordate di sciacquare per bene la caraffa di vetro prima di ripartire con un nuovo ciclo.

Inoltre, dopo alcuni cicli di produzione casalinga del vostro kefir d’acqua, vi ritroverete con moltissimi granuli: aggiungeteli la mattina nello yogurt e al muesli, regalateli ad amici e parenti o -ultima opzione- congelateli.

(*questa volta è essenziale: gli agrumi infatti come limoni, arance o pompelmi vengono trattati con sostanze funghicide molto tossiche ed assolutamente non commestibili come l’imazalil, il difenile, il bifenile, l’ortofenilfenolo…)

 

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Carmela Kia Giambrone

Giornalista, consulente alla sostenibilità e alla comunicazione digitale

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