Il tema dei ririuti oggi è forse uno dei 3 temi caldi per l’intero Pianeta assieme a quello dell’energia e dell’acqua.
Queste tre risorse, perchè di tali si tratta, sono le tre risorse più preziose e controverse con cui dovremo fare i conti nei prossimi decenni. Perchè troppe, perchè troppo poche ma pur sempre necessarie e presenti.
Ecco quindi, dopo la parola numero 6, oggi la parola numero 7 delle 10 parole per il Pianeta (aspettando la Cop26): “zero waste” ovvero la formula anglofona che sta a significare zero rifiuti.
Zero waste è una filosofia di vita, un modo di affrontare la quotidianità, focalizzandosi sempre sull’impatto che ciascuno di noi ha sul Pianeta. Zero è anche un’utopia ma è anche meta di qualunque sforzo: zero impact, zero carbon, zero waste. Scopriamo insieme che cos’è lo zero waste, come è possibile intraprenderlo e tendere al suo raggiungimento e perchè è importante per il Pianeta e per tutti noi.
Che cosa significa zero waste
Se tutti noi abbiamo visto almeno una volta la Great Pacific Garbage Patch ovvero l’enorme raccolta di rifiuti nell’Oceano Pacifico settentrionale, tutti noi abbiamo anche compreso come la maggior parte di questi detriti siano di plastica, la quale, come sappiamo bene, non solo non è biodegradabile bensì si disgrega sempre di più in tantissimi minuscoli pezzetti, conosciuti con il nome di microplastiche.
Per non incrementare questo sistema di fatto al collasso, creato da rifiuti e plastica, nel mondo è nata la consapevolezza chiara che, per ridurre i rifiuti, sia necessario modificare il proprio sistema di vita. Questo ha dato il via alla filosofia zero waste.
Per zero waste si intende uno stile di vita che tende alla produzione sempre inferiore di rifiuti. In tutto il mondo sono nate vere e proprie associazioni di persone e di famiglie per promulgare questa filosofia di vita consapevole ed attenta. Nel notro Paese alcune di queste promuovono azioni di sensibilizzazione e di conversione ad una vita più leggera, atta a non produrre rifiuti o meglio, a produrne il meno possibile. Per rifiuti non si intende poi solo quelli fisici ma anche chimici, come il caso dello sbiancamento dei coralli delle barriere coralline o bleaching dei coralli.
Come diventare zero waste
Per scegliere la via dello zero waste, la prima azione da compiere è quella di ridurre i propri consumi e ripensare alla propria routine:
- scegliere il riuso;
- riparare piuttosto che gettare;
- preferire l’autoproduzione;
- scambiare e non gettare.
Ma ancora, modificare il proprio regime alimentare, abbattendo gli sprechi di cibo e passando ad un’alimentazione più sostenibile, sia in termini di natura che di packaging, è un’altro passo adottato spesso da chi sceglie questa filosofia di vita, rivedere la propria dispensa e ancora, scegliere lo sfuso è la forma più utile e preziosa per fare la propria spesa, scegliere materiali come il vetro infinitamente riutilizzabile è un’altra tips utile, scoprendo infinite vite di oggetti solitamente destinati a divenire rifiuti, ma ancora abbattere lo spreco di plastica e passare al solido dai saponi fatti in casa allo shampoo solido così da ridurre i propri rifiuti. Ancora, riciclare totalmente i propri rifiuti organici grazie al compostaggio è un’altra arma preziosa. Naturalmente la lista non è esaustiva ma è una buona base di partenza, per sperimentare lo zero waste.
Insomma, per poter sperimentare ed abbracciare la filosofia zero waste, è sufficiente ripensare ai nostri consumi ed al nostro modo di agire nella vita quotidiana, in fondo, sono le nostre scelte che producono scarti e vanno ancor più ad ingrandire l’enorme problema dei rifiuti. Essere consapevoli è il primo passo verso il cambiamento, per il nostro bene e quello del nostro meraviglioso Pianeta.
Alla prossima parola, la numero 8, delle 10 parole per il Pianeta!
A presto,
Fonti
nationalgeographic.org/encyclopedia/great-pacific-garbage-patch